venerdì 5 ottobre 2012

Come passai dalla Lasagna Fritta nella Sugna al Miglio con Lenticchie Rosse Decorticate


Innanzitutto occorre una precisazione: della Lasagna Fritta nella Sugna io ne ho sempre e solo sentito parlare, non l'ho mai vista,  né ho mai sentito di nessuno che l'abbia vista o men che meno assaggiata, cucinata o vista mangiare o cucinare. Insomma, più che di una pietanza stiamo parlando di una figura mitologica, emblema della cucina ipercalorica, grassa e pesante, la cucina che io ho sempre ostinatamente prediletto e sconsideratamente praticato e propinato, fino a pochi mesi fa.

Giusto per rendere l’idea di cosa stiamo esattamente parlando, ecco un breve - forse noioso, ma certamente necessario - excursus del mio (ex) menù tipo:

  • colazione: caffè zuccherato, biscotti e fette biscottate con marmellata;
  • pranzo: quello che di più appetitoso passa il convento, quali lasagne, parmigiana, ravioli o tortellini con panna funghi e cotto, fettuccine con funghi e piselli o altre paste condite con almeno tre ingredienti, a volte pizza, dolce o frutta. Mai verdure o insalata;
  • cena: pasta (all'amatriciana, alla carbonara, al pesto, con panna e prosciutto, zucchine, funghi, alla pizzaiola, alla bolognese, con ragù di carne e cosi via), frutta e dolcetto se c'è, oppure, a volte, riso, quasi mai verdure o insalata, spesso un frutto, raramente carne (scaloppine, polpette o bistecca al sangue), certamente un bicchiere di vino o birra;
  • weekend: manicaretti fatti da me come lasagne, pasta all’uovo, polpette, torte e dolci al cucchiaio ecc. un frutto; forse un’insalata, mai verdure, immancabili vino o birra.

Dunque, per 1 metro e 64 cm di altezza, il mio peso ha sempre (e meritatamente) oscillato tra i 59 ed i 64 chili. Insomma, non proprio obesa, ma abbastanza lontana dal peso forma da dover sempre inserire tra i buoni propositi di capodanno le voci "dimagrire" e "praticare uno sport"... La buonanima di mia Nonna Giovanna definiva il mio fisico 'botticelliano'... “si nonna, forse ai tempi di Botticelli, oggi si dice grassa..”. Ma era più forte di lei, non per niente ai tempi di guerra nonna faceva la crocerossina...

Poi, un giorno, è successo che ho iniziato la chemioterapia.

Per non arrivare impreparata, come per qualsiasi novità, ho interrogato il mio fido Google su ogni singolo effetto collaterale di ciascuno dei tre farmaci chemioterapici che mi avrebbero somministrato (ciclofosfamide e adriblastina – per gli amici “la rossa” - e  taxotere). Non lo avessi mai fatto.
Mr. Google, impietoso e puntuale come sempre, mi ha restituito risposte che non lasciavano spazio a dubbi: sarei diventata calva, cronicamente stanca, psicologicamente instabile e parecchio, parecchio grassa. Dai 5 ai 10 chili in più, che sommati ai miei 59 avrebbero potuto portare l’ago della bilancia a ben 69 chili. Insomma, un bijou.

Il passo da questa trasformazione a quello che vedevo come unico possibile scenario era drammaticamente breve: il coinquilino mi avrebbe tradito con una qualsiasi racchia di passaggio giudicata da chiunque oggettivamente più attraente di me (“ma mai brillante quanto te, amore”, “si mamma, soprattutto sulla testa…”); mio figlio avrebbe patito gravi disturbi comportamentali (stile “bambino mangia-foto-della-mamma” in cura da Nuti nel mitico “Caruso Pascoski di padre polacco”) e sarebbe andato a vivere col padre e con la racchia di cui sopra, abbandonandomi al mio destino di giovane donna sola, brutta, probabilmente disoccupata, sicuramente alcolizzata.

Dovevo correre ai ripari, prima che la catastrofe prendesse forma.

Sono tornata fiduciosa da Mr. Google e dopo circa una settimana di intense ricerche in ogni angolo della rete, tra video, forum, blog e siti istituzionali, sono finalmente approdata al nome di colui che avrebbe segnato la svolta: il Professor Franco Berrino.  
Per farla breve, dopo aver letto e riletto il suo “Prevenire i tumori mangiando con gusto”, ho iniziato a cambiare, ma che dico, a rivoluzionare il mio stile alimentare inserendo pietanze fatte di ingredienti a me totalmente sconosciuti, come per l'appunto il miglio e le lenticchie rosse decorticate...
Oggi, dopo poco più di due mesi e i primi 4 cicli di chemio, ecco i risultati che vedo:

  • a detta del mio oncologo sto resistendo egregiamente alla chemioterapia, i valori delle analisi sono sempre buoni e - a parte il turbante per coprire la pelata - a dire di tutti (ma soprattutto a mio dire) non ho assolutamente l’aspetto di chi ha fatto 4 cicli di chemio;
  •  in due mesi ho perso senza neanche accorgermene tutti i chili di troppo (N.B. solo quelli di troppo, 7 per l’esattezza) mangiando bene, in modo vario, gustoso e senza patire la fame;
  • nonostante la perdita di peso e la chemioterapia ho un aspetto sano e sono piena di energia;
  • sono di ottimo umore, ho la sensazione, la certezza, di poter fare ogni giorno qualcosa che farà stare meglio non solo me, ma anche la mia famiglia.

Dopo aver sperimentato su di me gli strabilianti e benefici effetti dello stile alimentare proposto dal prof. Berrino e la semplicità con cui può essere messo in pratica, sento il bisogno e il dovere di condividere questa esperienza con… tutti. Se ci sono riuscita io, può riuscirci chiunque, bastano solo un po’ di fiducia, entusiasmo e tanta, tanta voglia di stare bene. 

7 commenti:

  1. F.A.N.T.A.S.T.I.C.O.!

    Mr Google è gay!

    Un ammiratore che fa crostate di nascosto.

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  2. Stupendo. Le lenticchie sono un must tutto l'anno, l'ho sempre pensato
    ER

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  3. MarigiO', sei un vero guro!!!
    io adoro le lenticchie e le verdure

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  4. Avendoti vista cazzuta, energica, e con un fisico da fare invidia, ti chiedo: ma quando inizi a pubblicare qualche ricetta!!!!!

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  5. Ecco appunto: dopo aver fatto germogliare(!) in noi il seme della curiosità per gli insospettabili e mirabolanti benefici dei tuoi nuovi esercizi culinari, è giunta l'ora di annaffiarlo con qualche dritta da sperimentare!!!!
    Attendo fiduciosa e ti abbraccio stretta stretta.
    Francesca

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