Innanzitutto occorre una precisazione: della Lasagna Fritta nella Sugna io ne ho sempre
e solo sentito parlare, non l'ho mai vista, né ho mai sentito di nessuno
che l'abbia vista o men che meno assaggiata, cucinata o vista mangiare o
cucinare. Insomma, più che di una pietanza stiamo parlando di una figura mitologica,
emblema della cucina ipercalorica, grassa e pesante, la cucina che io ho sempre
ostinatamente prediletto e sconsideratamente praticato e propinato, fino a
pochi mesi fa.
Giusto per rendere l’idea di cosa stiamo esattamente
parlando, ecco un breve - forse noioso, ma certamente necessario - excursus del
mio (ex) menù tipo:
- colazione: caffè zuccherato, biscotti e fette
biscottate con marmellata;
- pranzo: quello che di più appetitoso passa il
convento, quali lasagne, parmigiana, ravioli o tortellini con panna funghi e
cotto, fettuccine con funghi e piselli o altre paste condite con almeno tre
ingredienti, a volte pizza, dolce o frutta. Mai verdure o insalata;
- cena: pasta (all'amatriciana, alla carbonara, al
pesto, con panna e prosciutto, zucchine, funghi, alla pizzaiola, alla
bolognese, con ragù di carne e cosi via), frutta e dolcetto se c'è, oppure, a
volte, riso, quasi mai verdure o insalata, spesso un frutto, raramente carne
(scaloppine, polpette o bistecca al sangue), certamente un bicchiere di vino o
birra;
- weekend: manicaretti fatti da me come lasagne,
pasta all’uovo, polpette, torte e dolci al cucchiaio ecc. un frutto; forse
un’insalata, mai verdure, immancabili vino o birra.
Dunque, per 1 metro e 64 cm di altezza, il mio peso
ha sempre (e meritatamente) oscillato tra i 59 ed i 64 chili. Insomma, non proprio
obesa, ma abbastanza lontana dal peso forma da dover sempre inserire tra i
buoni propositi di capodanno le voci "dimagrire" e "praticare
uno sport"... La buonanima di mia Nonna Giovanna definiva il mio fisico
'botticelliano'... “si nonna, forse ai
tempi di Botticelli, oggi si dice grassa..”. Ma era più forte di lei, non
per niente ai tempi di guerra nonna faceva la crocerossina...
Poi, un giorno, è successo che ho iniziato la
chemioterapia.
Per non arrivare impreparata, come per qualsiasi
novità, ho interrogato il mio fido Google su ogni singolo effetto
collaterale di ciascuno dei tre farmaci chemioterapici che mi avrebbero
somministrato (ciclofosfamide e adriblastina – per gli amici “la rossa” - e taxotere). Non lo avessi mai fatto.
Mr. Google, impietoso e puntuale come sempre, mi ha
restituito risposte che non lasciavano spazio a dubbi: sarei diventata calva,
cronicamente stanca, psicologicamente instabile e parecchio, parecchio grassa.
Dai 5 ai 10 chili in più, che sommati ai miei 59 avrebbero potuto portare l’ago
della bilancia a ben 69 chili. Insomma, un bijou.
Il passo da questa trasformazione a quello che vedevo
come unico possibile scenario era drammaticamente breve: il coinquilino mi
avrebbe tradito con una qualsiasi racchia di passaggio giudicata da chiunque
oggettivamente più attraente di me (“ma
mai brillante quanto te, amore”, “si
mamma, soprattutto sulla testa…”); mio figlio avrebbe patito gravi disturbi
comportamentali (stile “bambino mangia-foto-della-mamma” in cura da Nuti nel
mitico “Caruso Pascoski di padre polacco”) e sarebbe andato a vivere col padre
e con la racchia di cui sopra, abbandonandomi al mio destino di giovane donna
sola, brutta, probabilmente disoccupata, sicuramente alcolizzata.
Dovevo correre ai ripari, prima che la catastrofe
prendesse forma.
Sono tornata fiduciosa da Mr. Google e dopo circa una
settimana di intense ricerche in ogni angolo della rete, tra video, forum, blog
e siti istituzionali, sono finalmente approdata al nome di colui che avrebbe
segnato la svolta: il Professor Franco Berrino.
Per farla breve, dopo aver letto e riletto il suo
“Prevenire i tumori mangiando con gusto”, ho iniziato a cambiare, ma che dico,
a rivoluzionare il mio stile alimentare inserendo pietanze fatte di ingredienti
a me totalmente sconosciuti, come per l'appunto il miglio e le lenticchie rosse
decorticate...
Oggi, dopo poco più di due mesi e i primi 4 cicli di
chemio, ecco i risultati che vedo:
- a detta del mio oncologo
sto resistendo egregiamente alla chemioterapia, i valori delle analisi sono
sempre buoni e - a parte il turbante per coprire la pelata - a dire di tutti
(ma soprattutto a mio dire) non ho assolutamente l’aspetto di chi ha fatto 4
cicli di chemio;
- in due mesi ho perso senza
neanche accorgermene tutti i chili di troppo (N.B. solo quelli di troppo, 7 per l’esattezza) mangiando bene, in modo
vario, gustoso e senza patire la fame;
- nonostante la perdita di
peso e la chemioterapia ho un aspetto sano e sono piena di energia;
- sono di ottimo umore, ho la
sensazione, la certezza, di poter fare ogni giorno qualcosa che farà stare meglio
non solo me, ma anche la mia famiglia.
Dopo
aver sperimentato su di me gli strabilianti e benefici effetti dello stile alimentare
proposto dal prof. Berrino e la semplicità con cui può essere messo in pratica,
sento il bisogno e il dovere di condividere questa esperienza con… tutti. Se ci
sono riuscita io, può riuscirci chiunque, bastano solo un po’ di fiducia, entusiasmo e tanta, tanta voglia di stare bene.